Pizzagalli// Filosofia indiana

Filosofia indiana

La recensione del saggio di Luigi Suali Introduzione allo studio della filosofia indiana, edito a Pavia dall’indologo bolognese nel 1913, nello stesso anno in cui Pizzagalli pubblica il suo intervento sulla rivista Athenaeum, riporta i progressi ottenuti nello studio delle scuole filosofiche indiane Nyaya e Vaisheshika grazie al volume dell’allievo di Francesco Lorenzo Pullé. Sebbene Pizzagalli segnali di avere opinioni diverse da Suali riguardo al criterio da utilizzare per approfondire e divulgare le conoscenze riferite al tema indianistico, il suo giudizio complessivo appare favorevole all’opera dello studioso bolognese: “L’opera di Suali, per l’esposizione del sistema, per i problemi che solleva, per il vasto dominio che abbraccia, e anche per i punti originali dell’A[utore], rappresenta un contributo di prim’ordine allo studio della filosofia Indiana e un aiuto prezioso ai Sanscritisti ed a quanti si interessano ai grandi problemi dello spirito”. Cionondimeno, Pizzagalli, mostra il suo disaccordo con l’impostazione di Suali rispetto alla prevalenza di alcuni temi che ritiene oscurare argomenti necessari alla comprensione dei sistemi filosofici indiani da parte di lettori meno competenti in materia. Il giudizio finale è poi estremamente severo: “Crede l’A[utore] che il capitolo sul N.-V. possa divenire il capitolo più importante della storia della filosofia dell’India. Da questo suo libro non appare; aspettiamo dal frutto dei suoi studi che ce lo dimostri e, perché non confessarlo?, siamo un po’ scettici su questo punto”.

ATHENAEUM
Pavia (1913)

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