Pizzagalli// L’eugenetica e le religioni indiane

L’eugenetica e le religioni indiane

Pizzagalli interviene nel contesto del Primo Congresso di Eugenetica Sociale, svoltosi a Milano nel 1924, con un contributo riferito alla sezione che si occupa dei rapporti tra religione ed eugenetica. Cita il lavoro di Winternitz, che si era pronunciato contro l’idea di eugenetica nel constesto indiano, per contraddirne la tesi: “Non capisco quindi il Winternitz e quanti con lui proclamano il fallimento delle leggi indiane per la propagazione della razza, collo specioso motivo che razze pure non esistono, e guardano con disprezzo di occidentali al pregiudizio della casta. […] È vero, anche le leggi brahmaniche ebbero le loro eccezioni, è fatale che tutto ciò che è umano sia imperfetto, ma il dedurre da queste imperfezioni il loro fallimento, è un errore, ed io non so pensare a un augurio migliore, alle leggi di Eugenetica che questo Congresso stabilirà, di quello che esse abbiano la forza, il vigore, la bellezza, e i risultati delle antiche leggi brahmaniche, e che esse trovino tra noi adepti egualmente convinti e fautori egualmente tenaci“. A sostegno delle proprie convinzioni, Pizzagalli enuncia una serie di esempi, tratti dall’epica o da testi delle Upanishad, ma anche dalla trattatistica in materia di norme socio-religiose definita per il tramite del Codice di Manu. Passa poi a occuparsi di Buddhismo e Jainismo, così come di Vishnuismo e Shivaismo, in una prospettiva diacronica che permette a Pizzagalli di escludere solo i riti orgiastici, segnatamente i culti tantrici dalla prospettiva con cui affronta il tema dell’eugenetica nella religione indiana.

L'eugenetica e le religioni indiane - Angelo Maria Pizzagalli (1924)

Atti del Primo Congresso Italiano di Eugenetica Sociale
Milano (1924)

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