Paolo Emilio Pavolini

Paolo Emilio Pavolini (1864-1942), ebbe un importante ruolo nella diffusione degli studi orientalistici in Italia tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. Specializzatosi in Germania nello studio del sanscrito e del pali, come molti altri colleghi italiani dell’epoca studiò infatti con Albrecht Weber, Ernst Leumann e Karl Friedrich Geldner, Pavolini legò la sua carriera universitaria all’Istituto di Studi Superiori di Firenze, dove sostituì Angelo De Gubernatis sulla cattedra di Sanscrito nell’anno accademico 1892-1893, lo stesso anno in cui aveva conseguito la libera docenza di sanscrito presso l’Istituto fiorentino. Nel corso dei decenni successivi conquistò una posizione di rilievo anche all’interno della Società Asiatica Italiana, di cui fu dapprima consigliere; in seguito fu eletto segretario, vice-presidente e, infine, presidente, in un lasso di tempo ampio quasi mezzo secolo, dal 1896 al 1940. Pavolini fu anche un appassionato cultore di lingue non orientali. La traduzione del poema finlandese Kalevala resta infatti una delle opere più note dell’autore toscano. In ambito indianistico si interessò principalmente di gnomica e di epica indiana, mostrando anche un’attenzione agli studi sul buddhismo e promuovendo in Luigi Suali l’interesse per compiere ricerche nell’ambito del giainismo. Pavolini fu infatti maestro di Suali durante la scuola di perfezionamento in sanscrito frequentata dall’allievo di Francesco Lorenzo Pullè dopo essere tornato dalla Germania, nel 1905.

Pavolini// Storia dei sedici re


Pavolini// Manoscritti indiani


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