Vallauri// l’ippiatria indiana

L’ippiatria indiana

Lo stesso anno in cui fu edito
il primo degli articoli sulla scienza medica indiana, Mario Vallauri diede alle
stampe un contributo sulla disciplina della scienza veterinaria indiana che si
occupa delle malattie dei cavalli: «Limito il presente saggio all’ippiatria,
toccando brevemente l’origine mitica di essa, il prototipo dei testi ippiatrici
e sue derivazioni, i rapporti fra medicina umana e ippiatria, passando quindi ad
esporre i principi fondamentali dell’ippologia e dell’ippiatria sulla guida di
due testi originali in sanscrito». In tempi remoti, secondo la tradizione
indiana, i cavalli avevano ali che furono loro tolte dal dio Indra, su consiglio
del saggio Salihotra, lo stesso a cui i cavalli privati di ali si rivolsero poi
per ottenere protezione in ragione della loro nuova condizione. Lo stesso
Salihotra, come precisa Vallauri, altri non era che il figlio di Susruta, figura
che troviamo nei testi in cui l’autore tratta il tema della scienza medica in
India; non è quindi un caso che l’ippiatria si divida in otto parti proprio come
la medicina. Allo scopo di proporre un’interpretazione esaustiva della materia,
Vallauri prende così in esame un testo di Jayadatta e uno di Nakula per
concludere significativamente: «L’unicità di un prototipo – l’antico Salihotra –
dal quale attinsero i diversi autori di veterinaria posteriori, è comprovata da
certo costante inquadramento della materia esposta nei diversi trattati».

L'ippiatria indiana - Mario Vallauri (1921)

Rivista di Storia Critica delle Scienze Mediche e Naturali
Siena (1921)

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